Isole Tremiti ... le perle
dell'Adriatico
A circa 12 miglia al largo del Gargano si trovano
le Isole Tremiti, definite per la loro incantevole ed incontaminata bellezza
“le perle dell’Adriatico”. Il piccolo arcipelago è costituito dalle isole
di San Nicola, San Domino, Cretaccio,
Caprara e, a circa 11 miglia da queste, dall’isola
di Pianosa. Le acque cristalline delle Tremiti attirano ogni anno migliaia di
turisti. |
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Cretaccio è un ammasso roccioso di colore giallo per
la sua natura argillosa e va scomparendo per le corrosioni incessanti degli
agenti atmosferici e marini. L’isola misura 3,5 ettari, ha
altezza di 30 metri ed uno sviluppo costiero di 1.300 metri. A 20 metri si
trova lo scoglio della Vecchia. |
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Caprara (o Capraia o Capperaia),
disabitata ma è interessante come le altre, alla punta del faro ha un architiello grandioso d’architettonica naturale. L’isola
è vasta 45 ettari, lunga 1.600 metri, ha uno
sviluppo costiero di 4.700 metri. |
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A 22 Km di distanza si erge l'isola di Pianosa,
estesa 11,4 ettari, ha uno sviluppo di costa di Km 1,700 e altezza massima di
15 metri, per cui è parzialmente invasa dalle acque.
L'isola è senza vegetazione ed è disabitata. Le Isole Tremiti sono
raggiungibili via mare da Rodi, Peschici, Vieste e
Manfredonia (FG) e da Termoli (CB); con l'elicottero da Foggia. |
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La leggenda diomedea Diomede
nacque nell’antica città greca di “Argos Hippium” da Tideo, re dell'Etolia, e da Deifile, figlia di Adrasto, re di Argo. Dopo
la morte del re Adrasto, Diomede ebbe la signoria di Argo
e diventò re dell’Etolia. Uomo alto e robusto, egli
fu reputato dai greci il più forte ed il più
valoroso in battaglia. Partecipò alla guerra di Troia, che vinse con arte ed
astuzia mirabili. Dopo l'eccidio compiuto nella città, da lui rasa al suolo,
tornò in patria, adoperando come zavorra della sua
nave le pietre delle mura troiane. Al
suo ritorno, però, scoprì l'adulterio della moglie Egialea
e fuggì con la sua flotta in Occidente. Durante
una tempesta nel mar Adriatico le sue navi si
ritrovarono casualmente presso le isole Tremiti alle quali, una volta
sbarcato, Diomede diede il proprio nome. A
questo mitico eroe, definito da Virgilio “Victor Gargani”
è attribuita la fondazione di molte città della Daunia
e del Promontorio, come Arpi, Lucera,
Canosa e Venosa. Tante
sono le leggende sulla sua morte, ma la più accreditata lo vede morto in un
duello con il fratello per una questione amorosa e,
conseguentemente, sepolto nelle isole Tremiti, nel luogo in cui oggi
sorge l’Abbazia. Il sepolcro ed il tesoro di Diomede Nel secolo XVI padre Basilio da Cremona, mentre
scavava il terreno nel prolungamento dell’isola di San Nicola per impiantare
un vigneto, trovò dei resti umani, con accanto lucerne
e monete d'oro e d’argento. Si pensò subito che si trattasse di Diomede,
giacché il ritrovamento avvenne nei pressi di un luogo in cui, tempo prima,
si diceva fosse stato scoperto il tesoro del
leggendario eroe. Molti
scrittori narrano che i greci seppellirono Diomede proprio nelle Isole
Tremiti, ma finora nessun ritrovamento si è rivelato essere con certezza il
suo corpo, forse perché il sepolcro fu impiantato su di un picco a piombo sul
mare che in seguito sprofondò disperdendosi tra i flutti. Spesso
si è pensato che si tratti solo di una leggenda, e
che sia inutile affannarsi a cercare questo sepolcro, ma se tanti studiosi ne
hanno parlato, molto probabilmente qualcosa di vero c’è. |