Muscat (Oman)

Il Sultanato dell'Oman è uno stato asiatico situato a sud-est della penisola arabica. Si affaccia sul mar Arabico a sud e a est, sul golfo dell'Oman a nord-est. Muscat ne è la capitale ed è una delle più antiche città del Medio Oriente. E' conosciuta fin dal II secolo, quando era un crocevia per il commercio dell'incenzo, che veniva esportato in Grecia, a Roma e in tutto il Mediterraneo. Qui ha sede il palazzo del Sultano, il lussuoso palazzo Al-Alam con i suoi stupendi giardini e la grande Moschea.
L'Oman è una monarchia assoluta governata da un Sultano; il suo parlamento ha alcuni poteri legislativi e di controllo. Nel novembre 2010 l'UNDP (Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo), su 135 paesi considerati, ha classificato l'Oman come lo Stato che ha avuto il maggior sviluppo socio-economico negli ultimi 40 anni. Il sultanato è considerato uno dei più sviluppati e più stabili tra i paesi arabi. La moneta è il RIAL.

La storia

Per secoli il paese, ha fatto parte dei domini persiani con fasi alterne. Gli Arabi vi arrivarono in ondate diverse a partire dal I secolo a.C.
Durante il VII secolo, con l'espansione dell'Islam l'Oman venne sottratto al controllo persiano, ed entrò a far parte del Califfato degli Omayyadi. Con il crollo della dinastia omayyade nel 751 fu governato da vari Imam fino alla metà del XX secolo.
Importante centro commerciale per molti secoli, l'Oman fu oggetto delle mire espansionistiche dei portoghesi, i quali, insediatisi sulla costa dove innalzarono numerosi forti, espansero il loro potere che mantennero fino al 1650 quando, dopo una lunga guerra, furono costretti ad abbandonare il Paese.
Nel 1698 l'Oman s'impadronì dell'isola africana di Zanzibar e di una rilevante porzione della costa orientale africana. Ma questo periodo di prosperità fu, con il tempo, interrotta da una serie di contrasti per la successione alla guida del Paese. I Persiani, approfittando della richiesta di aiuto giunta loro da parte dell'Imam Sayf bin Sultan, conquistarono l'Oman. Questi però nel 1749 furono cacciati dall'Imam Ahmad bin Sa'id Al Bu Sa'id, che prese il titolo di Sultano. Durante il suo lungo regno l'Oman trascorse un periodo di sviluppo e di espansione. Tale situazione fu resa possibile grazie ai buoni rapporti commerciali con l'India e con la Compagnia delle Indie orientali. Alla sua morte scoppiò un conflitto fra i figli per la successione, ciò determinò la divisione del sultanato per cui vennero costituiti il Sultanato dell'Oman e il Sultanato di Zanzibar, che, però, fu presto sopraffatto dalle potenze coloniali europee. L'Oman infatti andò via via perdendo il controllo sui possedimenti orientali a causa dell'espansione del potere del britannico, tant'è che nel 1861 il rappresentante del Governo britannico assunse il titolo di Sultano.
Nel 1891 il Sultano Faysal bin Turki firmò con la Gran Bretagna un accordo di collaborazione in cui fu stabilito un trattamento di favore nei confronti della Gran Bretagna per quanto riguardava il commercio, la tassazione e la navigazione. Trattato che fu rinnovato poi nel 1939 e nel 1951.
Nel 1965 l'ONU impose alla Gran Bretagna di sospendere qualsiasi interferenza nella vita politica e commerciale dell'Oman in nome del principio di autodeterminazione dei popoli.
Così nel 1970 il Paese assunse il nome di Sultanato dell'Oman. In questo periodo fu fatto molto per migliorare la situazione economica del paese e mantenere buoni rapporti con tutti gli stati mediorientali. Nel 1996 il Sultano emanò un decreto con cui si stabilivano norme precise per regolare la successione reale. Adottò inoltre l'Oman di un'Assemblea bicamerale con limitati poteri legislativi, introdusse la figura del Primo Ministro e portò a una prima concessione di diritti civili agli abitanti. Nel 2001 le forze armate statunitensi si servirono di alcune basi in Oman per le operazioni in Afghanistan.

Luoghi visitati

                                                      La grande Moschea del Sultano Qaboos

La Grande Moschea del Sultano Qaboos è uno straordinario esempio di architettura islamica moderna. E’ aperta anche ai non musulmani tutti i giorni, tranne il venerdì, dalle 8.30 alle 11.00 del mattino. Attenzione però all'abbigliamento prima di andare. Per le donne è obbligatorio coprire il capo con uno scialle o con una sciarpa, indossare abiti con maniche lunghe e pantaloni che coprano le caviglie. Agli uomini invece, oltre ai pantaloni lunghi, è permesso indossare una camicia con maniche corte.
La sua costruzione è durata sei anni, può accogliere 20.000 fedeli. Di forma squadrata, possiede una cupola centrale alta cinquanta metri.

Il pavimento della sala di preghiera è ricoperto da un tappeto persiano monopezzo di 4.200 m², pesante 21 tonnellate e composto da 1.700 milioni di nodi. La sua realizzazione ha richiesto ben quattro anni. Per la tessitura sono state utilizzate a ventotto colori di sfumature diverse, per lo più ricavati da tinture vegetali o naturali.

Museo di Bait al-Zubair

Bait Al Zubair (Casa di Al Zubair) è un museo sulle tradizioni dell'Oman. E' privato ed è totalmente finanziato dai suoi fondatori, la famiglia Zubair. Espone vari manufatti omaniti come abiti femminili, arnesi da cucina, quadri, tessuti, armi, costumi, gioielli e mobili.

Al Alam Palace

Al Alam Palace è il palazzo cerimoniale del Sultano Qaboos. Al Alam significa "la bandiera" in lingua araba. Il palazzo ha una facciata di oro e blu, e dal 1972 è la residenza reale. I visitatori non sono ammessi all'interno del palazzo, nonostante il fatto che Sua Maestà normalmente vive altrove in Oman.

Souq di Muttrah

Il Muttrah Souq è un tradizionale mercato arabo tra i più antichi del genere. Profumato di incenso, essenze e spezie, il Muttrah Souq è situato a un chilometro verso nord dal mercato del pesce sul lungomare. Entro una struttura in legno suddivisa in negozi, è un’attrazione imperdibile per omaniti e per turisti stranieri. Stracolmo di articoli in vendita, è uno dei pochi mercati al mondo dove si possono acquistare i preziosi regali dei Re Magi, ossia oro, incenso e mirra. C'è uno straordinario assortimento di manufatti di artigianato locale (tessuti, vestiario, sciarpe, scialli, gioielli) oltre che gioielli beduini in argento, tavolette di erbe naturali pressate con oli aromatici, antichi pugnali con impugnatura in argento e lama ricurva nella forma tradizionale nel mondo arabo, vasi, narghilè, arazzi ricamati, dipinti, oggettistica varia, nonché prodotti alimentari (verdura, frutta fresca ed essiccata, dolci, spezie, tè). Il Muttrah Souq è aperto dalle ore 8 alle ore 13 e dalle ore 17 alle ore 21 dal sabato al giovedì, e soltanto il pomeriggio del venerdì.

Forte Jalali                                         Donne omanite

Fort Al-Jalali è una fortezza situata nel porto della città vecchia di Muscat. Fu costruita dai portoghesi nel 1580 per proteggere il porto dopo che Muscat fu per due volte saccheggiata dagli persiani che erano stati invitati per proteggere uno degli imam rivali.
Per gran parte del XX secolo è stato utilizzato come prigione fino al 1970. Fort Al-Jalali è stato restaurato nel 1983 e trasformato in un museo privato della storia culturale dell'Oman. E' accessibile solo per i dignitari in visita nel paese. L'esposizione comprende cannoni, vecchi moschetti e fucili a miccia , mappe, tappeti e altri manufatti.

Condizione femminile. La condizione delle donne omanite è molto diversa da quella delle vicine saudite. In Oman le donne possono lavorare, guidare, votare, possedere proprietà e gestire un’attività. Grazie ai proventi del petrolio ed alla mentalità progressista del Sultano Qaboos bin Said, nel paese ha avuto inizio un’epoca di vero e proprio “Rinascimento”. Relegate un tempo nelle case ed escluse dalla vita pubblica, molte sono oggi in grado di intraprendere una vera carriera. Nel 2002 è stato istituito il suffragio universale per tutti i cittadini sopra i 21 anni. Nel 2008 un decreto reale ha stabilito uguali diritti ereditari e la presenza femminile nelle scuole è in costante ascesa. Esse hanno oggi l’opportunità di accedere ai più alti livelli di istruzione e, una volta inserite nel mondo del lavoro, possono usufruire di permessi per le gravidanze e l’allattamento. Esistono però ancora molti pregiudizi e numerose attività, in campi come l’agricoltura e l’ingegneria, sono state giudicate “inappropriate”. Il maggior ostacolo è rappresentato dalla mentalità conservatrice degli uomini arabi che sono in gran parte convinti della propria superiorità e ritengono che il sostentamento della famiglia sia responsabilità esclusivamente maschile.
Nelle realtà rurali, dove è ancora forte il modello patriarcale, si son visti ben pochi cambiamenti. I matrimoni sono ,per lo più, combinati. Veri e propri contratti stipulati dalle famiglie. La scelta preferenziale ricade sui cugini di primo grado ,in linea paterna. Le unioni d’amore sono rarissime anche negli strati più alti della società. La verginità è un requisito imprescindibile ed il mancato superamento della “verifica” getterà onta su tutto il clan. Benché l’Islam consenta di avere sino a 4 mogli, recentemente gli uomini preferiscono divorziare e risposarsi, lasciando così la prima moglie senza reddito né supporto. Nelle case vivono normalmente tre generazioni anche se cominciano a vedersi coppie indipendenti che, tuttavia, mantengono stretti legami con il resto della famiglia.
La legge ereditaria è governata dalla Sharìa e nelle società beduine le donne spesso cedono la loro eredità a
figli o fratelli in cambio della promessa di assistenza nella vecchiaia. Benché le donne siano libere di interagire con l’altro sesso, preferiscono essere accompagnate agli eventi pubblici da un parente maschio. Secondo la legge islamica esse devono sempre mantenere un atteggiamento modesto. Fuori casa si avvolgono nell’”abaya” nera (lungo camice nero), con il volto coperto da un velo che lascia liberi solo gli occhi. Sotto l’abaya si celano abiti colorati, eleganti e sensuali, destinati, però, ad essere sfoggiati solo in famiglia. Nonostante la modernizzazione, è ancora in uso, soprattutto nel Dhofar, la pratica della circoncisione femminile. In realtà  la mutilazione genitale femminile è stata bandita ma nelle corsie delle maternità si aggirano ancora le “ donne con l’incensiere”, chiamate dalle stesse madri per perpetrare questa usanza ancestrale. L’argomento è tabù. Non viene discusso nemmeno in privato e, spesso, gli uomini sono tenuti all’oscuro.